È così, non si può parlare di Enzo Maria Dal Prà senza parlare delle idee. Idee come momenti improvvisi o risultato di riflessione anche lunga; idee come impressioni che si seguono, che si insinuano lentamente o che esplodono senza preavviso.
La sua pittura, o meglio, il suo approccio al momento espressivo è questo, non risponde a momenti di calcolo o di analisi: parte da un'idea, e come le idee resta volte informe, senza spessore, a volte è piena, con contorni definiti.
Enzo Maria Dal Prà non può, per la sua stessa natura, così simile ai quadri che fa, usare un altro metro di lettura di questi concetti. La riprova è la serie dedicata alla donna, o meglio, all'idea della donna che egli ha.
Lo spazio si ripropone sempre uguale a se stesso, quasi non fosse necessario, o viene dilatato grazie all'artificio delle sfumature, prende profondità grazie al diluirsi di un unico colore, il blu con il bianco. In questo ambiente evocativo, come in un gioco di ombre cinesi, chiamiamo la posizione della figura di una donna (forse “La” donna, quella che tutti abbiamo nei sogni) e ne vediamo scorci, particolari, solo di contorno magari, come nei sensuali disegni di Klimt.
Penso che la pittura di Enzo Maria Dal Prà sia proprio questo cercare di fermare idee, astrazioni, anche segrete, senza togliere nulla alla loro leggerezza, specificandone ogni particolare.
Limitare la libertà, la gioia, la renderebbe bisognosa di luce esterna per acquistare sostanza, corpo, essenza, perdendo così quella luce propria che, come rapprendendosi, dà loro forma e motivo d’essere.
Oltre le convenzioni, per un artista non è possibile limitarsi, almeno per chi è contagiato dal carisma potente dell’arte, dalla creatività, dal desiderio di fantasticare (ma di essere anche se stesso) e andare oltre, oltre le cose, oltre i termini dell’oggi, oltre….
Le sue tele, le sue carte rappresentano oltre le tensioni di oggi, i desideri di fuga; sono viaggi della memoria, alla ricerca di ricordi, elaborati con un segno intenso di colori: gialli, rossi, blu, che si rincorrono dinamicamente nell’opera.
Il suo linguaggio artistico è una forma di comunicazione che non diventa mai banale. E’ un linguaggio spontaneo, codificato in modo proprio dall’artista, che ha dato sfogo ai suoi istinti e sentimenti. Uno degli elementi caratterizzanti del suo stile è il ritmo in cui si rincorrono i colori o a volte le figure, quasi a diventare un pensiero metafisico, riuscendo a superare il confine tra il figurativo e l’astratto, esprimendo il senso di libertà e infinito, dentro spazi che infrangono ogni catena.
La concezione plastica della sua pittura, è espressione di spazi e forme conquistate, sintesi di una profondità della ricerca artistica, che va oltre il reale, dove lo spazio assume una piacevole cromaticità nelle sue tele.
La sua pittura viene da lontano, da quando aveva quattordici anni, sempre attento a costruire un percorso organico nel suo dipingere. La sua imprevedibile creatività, è stata sempre un superamento delle mode. La pittura è un rinnovarsi continuo, i segni e i colori con decisione appartengono alla tela, in un linguaggio preciso e ponderato, frutto di un pensiero maturatosi nel tempo. Entrare nel mondo onirico di un artista visivo, è come entrare in un variegato mondo surreale, che va oltre ogni confine. L’opera di Enzo Maria Dal Prà è una molteplice esplosione dei colori della luce, legati alla vita quotidiana, che ti permettono di trovare il filo tortuoso che lega la realtà e il sogno. Ecco quindi che nella sovrapposizione dei colori verso la luce, si può trovare uno spiraglio, un fine, per affrontare la vita.